lunedì 10 marzo 2014

Ciao a Tutti,
finalmente vinciamo la pigrizia e mettiamo il tender in acqua. Il programma è di andare un po' a spasso
 per l'isola a piedi e per un po' di cambusa. Legato il dinghy ad un pontile prendiamo il sentiero che dalla spiaggia va verso il paese. Ma arrivati alla spiaggia adiacente ci rendiamo conto che non vi è più il sentiero. Chieste informazioni ad un rasta che vive lì ci dice che dobbiamo tornare indietro e prendere l'altro sentiero che fa il giro della collina... cominciamo male, già la strada si allunga.


 Scolliniamo e raggiunto il paese la prima impressione della spiaggetta che ci si presenta è invitante, chissà com'era prima dello sviluppo. Troviamo l'ufficio del turismo, prendiamo alcune informazioni e riusciamo pure a fare la clearance in un cyber caffè.

A questo punto dirigiamo i nostri passi verso la Baie de Pompierre, che raggiungiamo facilmente insieme ad altri locali e turisti che si spostano con svariati mezzi: scooter, a piedi o con minicar elettriche tipo campi da golf.

   Le strade sono di cemento e poche le auto, i camioncini sono veramente pochi, i van da nove posti taxi per turisti molti. Bellissima spiaggia senza strutture private di bar o altro con palme sabbia e fondali da scoprire. Noi invece scopriamo che sulla nostra cartina dell'isola è segnato un sentiero che porta a Grand Anse passando sopra le creste delle colline, che vista speciale dovrà esserci... E' fatta, siamo già in cammino.

 Subito prima di arrivare alla prima cresta ci imbattiamo in un'iguana. Poi paesaggi molto belli da quassù, sia verso l'Oceano sia sulla Baie de Pompierre. Proseguiamo così fino a quando un filo spinato e una freccia che indicava il sentiero ci indicano di non proseguire. Non sia mai, vogliamo andare a Grand Anse che oramai è in vista ed allora proseguiamo scendendo verso il fondo di una valle per poi risalire nel letto di un torrente, niente di che neppure 100 metri di dislivello, solo la discesa è stata difficile a causa della pendenza e delle foglie secche che facevano temere una caduta.
In cima alla collina un ovile e più avanti un pastore con cane e capre, a lui chiediamo indicazioni, cerca di farci tornare indietro, e poi, penso mosso a commiserazione, ci propone di seguirlo, ci avrebbe indicato un sentiero. Un accenno al fatto che siamo italiani come sua moglie ed il clima è più disteso. Ma è proprio un pastore, parte con suo passo con il cane che gli gironzola intorno e non si volta mai a vedere dove siamo, neppure quando metto un piede in fallo e il rumore che producono le mie calzature, fino a quando trovano qualcosa di solido, è inequivocabile.

 


 Ci indica il sentiero e ci salutiamo molto più calorosamente di quanto mi sarei aspettato. Dobbiamo scendere la collina e anche qui foglie e pendenza. Arrivati alla spiaggia, esposta agli Alisei, ci prendiamo un po' di tempo per fotografare quello che l'Oceano deposita qui, ma non fotografiamo la PLASTICA che abbonda.




Una foto alla pista d'atterraggio e ad un altro iguana e ritorniamo sui nostri passi. Dobbiamo fare un po' di cambusa, ne approfittiamo per un assaggino di pesce alla brace offertoci da dei locali, visitiamo un'altra spiaggia e poi siamo finalmente alla spiaggia dove abbiamo lasciato il dinghy. Un bel bagno ristoratore e poi siamo ancora in barca.

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