Ciao
a Tutti,
dopo
una notte passata all'ancora con la foresta di mangrovie alle spalle
e il Grand Cul de Sac in prua decidiamo di salpare con destinazione
Desaieux.
Ma stavolta usciamo dal passaggio dell'Ilet Caret. Questa
piccolissima isola è una cartolina, coralli, sabbia bianca, qualche
palma e tutt'intorno solo acqua. Non fosse che noi ci siamo passati
di Domenica ed era attorniata da imbarcazioni di tutti i tipi,
potenza del turismo, anche le definizioni dei nostri portolani
risentono di questa esplosione del turismo.
Il vento alle spalle leggero ci induce a far riprendere aria al caro vecchio Gennaker. Solo il riportarlo alla luce mi prende un po' di tempo ed anche la preparazione non è impeccabile tanto che il vento e Chery decidono che sono troppo lento e liberano la Genny (vezzeggiativo di Gennaker) dalla calza che lo imbrogliava. Rimasto di stucco e senza neppure la cimetta per richiuderlo in mano mi sono sentito perso. Fino a quando questi mattachioni non mi hanno fatto penzolare a 2 metri sopra la mia testa la cimetta... salvato in corner.
Arrivati
alla punta ovest dell'isola il vento ci abbandona e procediamo a
motore fino a raggiungere il paesino di Desaieux.
Carino e con molti baretti sulla spiaggia al posto delle case con le barche dei pescatori è un borgo tranquillo e piacevole, con una bella baia davanti dove attendendo il tramonto si possono ammirare i pellicani che volteggiano in aria per poi gettarsi in picchiata a pescare qualche pesce.
Alla
fine anche noi “volteggiamo” con i remi fino alla barca (non ho
ancora avuto il tempo di provare a far ripartire il fuoribordo).
Fantastico Silvia!
RispondiEliminaVi seguo!
Un abbraccio
Ale Milan