venerdì 3 gennaio 2014

Ciao a Tutti,
la notte appena trascorsa ti ridà sicuramente il piacere della barca a vela. Ma andiamo con ordine.
Eravamo rimasti alla traversata dalle Canarie a Capo Verde.
Riprendo a trattare le sfighe, così finiamo con le cose belle.
Sicuramente cibarsi e riposare (dormire in certe situazioni è una parola grossa) sono difficili con onde confuse e vento forte. La nausea in queste condizioni è quasi certa i primi giorni di navigazione. Il fisico poi si adatta e questo aspetto migliorando aiuta non poco, ma quei giorni lasciano comunque il segno. La conclusione è sicuramente cercare di lasciare l'ormeggio con un meteo che permetta un paio di giorni di tranquillità affinchè il fisico possa adattarsi in maniera meno traumatica. Anche preparare cibi e razioni adeguate aiuta. Un affiatamento dell'equipaggio è poi fondamentale, permette di adattare i turni in base alle situazioni, senza essere eccessivamente stanchi nei giorni successivi.
Oltre a questi aspetti prettamente fisiologici, altri aspetti psicologici influiscono sul buon andamento della traversata: un mare confuso con onde frangenti e corte (che non vuole dire onde basse, vuol dire che il periodo tra una cresta e la successiva è corto, 4” - 5”), ogni tanto arriva un'onda birichina con un angolo differente che ti colpisce di lato, il rumore dell'onda che impatta sulla vetroresina ti scuote anche dentro; un'altra invece è più atletica delle altre e ti riempie il pozzetto, per fortuna ho gli stivali (ma non lo pensano gli altri quando scendo in quadrato e li tolgo...) ma il pensiero è agli ombrinali per far defluire l'acqua che scende sempre lentamente; inoltre il nostro motore ha l'accesso dal pozzetto e quindi un po' d'acqua trafila sempre nel vano motore dove sono pure le batterie... Che volete farci Chery ha una certa età ed alcuni accorgimenti sono stati introdotti successivamente, ma ovviamente il pensiero vaga tra le mille sfighe possibili. E che ne dite del vento spazzola la cresta e ti “permette” una doccia d'acqua salata?
Un cielo con una copertura nuvolosa importante non ti mette certo allegria; per noi inoltre non avendo più il generatore eolico ma solamente pannelli solari questo si traduce in un necessario riduzione dei consumi, quindi poche luci strumentazioni al minimo, difficoltà e riduzione dei contatti radio a causa della poca potenza a disposizione, accensione del motore per produzione d'energia elettrica (con tutte le sfighe che possono accadere ( filtri che si intasano per la morchia che si alza dal fondo del serbatoio a causa del rollio accentuato, rumore e quindi ulteriore difficoltà nel riposare, accensioni difficoltose a causa della penuria energetica o motore che non parte al primo colpo e quindi ti lascia sempre il dubbio se partirà quando servirà). Mettiamoci pure la sabbia del deserto portata dal vento che oltre a ridurre notevolmente la visibilità si deposita e impasta su tutte le attrezzature rendendole meno scorrevoli ed aumentandone l'usura, le cime soprattutto le drizze cambiano di colore la polvere così sottile si deposita nei tessuti rendendoli duri e aumentandone l'usura; cominci a pensare ai carichi di rottura a quali sono i punti deboli se hai verificato proprio tutto, se non avessi dovuto spendere quei 5€ per cambiare quel pezzettino che ora ti lascia qualche dubbio.
Il vento forte ed il rollio ti portano ad una maggiore apprensione nell'uscire dal pozzetto per andare ad effettuare cambi di vele o verifiche all'albero e sul ponte, o come già raccontato al timone a vento. Avere il salvagente ed essere legato alla life-line non ti fa sentire meglio, almeno a me fa pensare a cosa potrebbe succedere se …
Poi ti trovi in pozzetto a vedere tutto questo spettacolo e ne rimani affascinato, ti siedi guardando verso poppa, vedi l'onda arrivare ne valuti l'altezza, vedi la pala del timone a vento che lavora, senti l'onda prenderti, alzarti spingerti avanti mentre scompare sotto la chiglia, sei sulla cresta, il paesaggio cambia vedi tutto dall'alto l'orizzonte si allarga nuvole grigie nascono da un oceano blu scuro costellato di spuma sulle creste e strisce biancastre lasciate dal vento su questa distesa d'acqua. Poi l'onda ti sorpassa e mentre lo fa porta la tua prua a poggiare e vedi arrivarne un'altra vedi GAS che fa fatica la prossima onda è più alta, sai che frangerà, tra poco farà rumore, istintivamente allunghi la mano a cercare la ruota del timone lo senti il freddo dell'acciaio senti la fatica di GAS ecco che sta per frangere, la cresta diventa di un azzurro che ti viene voglia da tuffartici dentro, l'onda ti porta all'orza, potresti traversarti, il tuo cervello sa qual'è la cosa giusta da fare, istintivamente, aiuti un poco GAS, … sei di nuovo in cima, sulla cresta, il rumore è sotto di te, l'accelerazione è maggiore; e la notte? Senza la luna tutto questo lo fai “sentendo” usando tutti i sensi che hai, con la luna è uno spettacolo in bianco e nero;
NON SO SE HO VOGLIA DI SMETTERE QUESTO GIOCO!
Ecco un raggio di sole tra le nuvole.

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