Arrivati qui a Palmeira
si ha subito la sensazione di essere finalmente lontani dall'Europa.
Povertà sì ce n'è ma non lascia uno strascico straziante. Vivono
con poco ma con dignità e tanti sorrisi. Ci affibbiano subito il
ruolo di “polli da spennare” e non possiamo esimerci dall'essere
vittime volontarie. Qui il turista paga tutto il doppio o quasi, ma
alla fine questo doppio è sempre poco per noi. Una donna si offre di
farci il bucato. Tre barche, tre lavatrici e con pochi euri abbiamo
facilitato il Natale ai bambini di questa famiglia. Ci sono poche
strade, due bar e qualche minimarket con le cose essenziali. Frutta e
verdura sono a peso d'oro ...qui non cresce nulla, o meglio crescono
bambini...ce ne sono tantissimi, l'aria è piena di grida e risate,
scalzi, a volte nudi, hanno degli occhi profondi e scuri e con un
sorriso bianchissimo ripetono la frase che hanno dovuto imparare
subito: “Give me money”. Qui ognuno cerca di venderti qualcosa,
le donne fanno dolci, frittelle di pesce e ti rincorrono per strada
per fartene acquistare qualche pezzo per qualche centesimo o escudos.
Ci sono cani liberi ovunque che si avvicinano cercando cibo e il
mondo ti saluta con calore e serenità.
Abbiamo incontrato una
nuova coppia di amici, due giovani tedeschi su una vecchia e bella
barca in acciaio. Klaus e Zelka (non so bene come si scriva) sono due
insegnanti di sport e varie altre materie che si sono presi un anno
di aspettativa e contano di arrivare a Cuba per poi tornare in
Germania entro il prossimo Settembre. Si uniscono al nostro gruppo in
queste serate a terra dove ci gustiamo il Caipirina locale, che si
rivela essere un grog con bucce di arancia lasciate fermentare. E'
fortissimo ma molto gustoso e con un prezzo ridicolo.
Anche qui ci sono
Italiani più o meno residenti. Uno di questi ci racconta di essere
arrivato qui 17 anni fa e vive con un business di import di prodotti
italiani. Assieme ad un socio fa arrivare navi con un po' di tutto,
dal cibo ai vestiti per distribuirli poi nei negozi o ristoranti
delle zone a sud, dove ci sono i villaggi turistici. Si lamentava del
fatto che fino a poco tempo fa riusciva a fare arrivare una
quindicina di navi all'anno, mentre quest'anno solo 4.
Appena arrivato qui
aveva visto la povertà vera, il 70% dei bambini non sopravviveva
dopo la nascita a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie.
Ad oggi è rimasta l'usanza che si aspetta una settimana prima di
festeggiare un nuovo nato perchè solo dopo questo tempo si era
sicuri che potesse vivere. E per concludere con un po' di gossip ci
dice che è alquanto normale che la maggior parte di questi bimbi non
sappia chi è il loro padre. Le madri sono spesso giovanissime, donne
bellissime, vestite con colori sgargianti, dal portamento elegante e
uno stacco di coscia da far rimanere qualunque uomo a bocca
aperta....e anche noi donne!
E anche qui è Natale.
Fa caldo e il vento è una costante. I tedeschi amano celebrare la
vigilia e tutto il gruppo si raduna nel catamarano di Olgar e
Annette. Ognuno porta cibo e drinks e seduti attorno ad un tavolo
passiamo un'allegra serata in compagnia. Non sembra Natale, non c'è
nulla che ci ricordi ciò a cui siamo abituati...non c'è il freddo,
non c'è la neve, non ci sono regali e canzoni natalizie, non c'è la
famiglia e il suo calore, quest'ultimo aspetto sì mi manca oggi. E'
un Natale diverso, ma non meno bello e sereno. Per questa volta lo
condividiamo con altre persone e in qualche modo anche con voi,
abbracciandovi tutti.
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