venerdì 3 gennaio 2014

Arrivati qui a Palmeira si ha subito la sensazione di essere finalmente lontani dall'Europa. Povertà sì ce n'è ma non lascia uno strascico straziante. Vivono con poco ma con dignità e tanti sorrisi. Ci affibbiano subito il ruolo di “polli da spennare” e non possiamo esimerci dall'essere vittime volontarie. Qui il turista paga tutto il doppio o quasi, ma alla fine questo doppio è sempre poco per noi. Una donna si offre di farci il bucato. Tre barche, tre lavatrici e con pochi euri abbiamo facilitato il Natale ai bambini di questa famiglia. Ci sono poche strade, due bar e qualche minimarket con le cose essenziali. Frutta e verdura sono a peso d'oro ...qui non cresce nulla, o meglio crescono bambini...ce ne sono tantissimi, l'aria è piena di grida e risate, scalzi, a volte nudi, hanno degli occhi profondi e scuri e con un sorriso bianchissimo ripetono la frase che hanno dovuto imparare subito: “Give me money”. Qui ognuno cerca di venderti qualcosa, le donne fanno dolci, frittelle di pesce e ti rincorrono per strada per fartene acquistare qualche pezzo per qualche centesimo o escudos. Ci sono cani liberi ovunque che si avvicinano cercando cibo e il mondo ti saluta con calore e serenità.
Abbiamo incontrato una nuova coppia di amici, due giovani tedeschi su una vecchia e bella barca in acciaio. Klaus e Zelka (non so bene come si scriva) sono due insegnanti di sport e varie altre materie che si sono presi un anno di aspettativa e contano di arrivare a Cuba per poi tornare in Germania entro il prossimo Settembre. Si uniscono al nostro gruppo in queste serate a terra dove ci gustiamo il Caipirina locale, che si rivela essere un grog con bucce di arancia lasciate fermentare. E' fortissimo ma molto gustoso e con un prezzo ridicolo.
Anche qui ci sono Italiani più o meno residenti. Uno di questi ci racconta di essere arrivato qui 17 anni fa e vive con un business di import di prodotti italiani. Assieme ad un socio fa arrivare navi con un po' di tutto, dal cibo ai vestiti per distribuirli poi nei negozi o ristoranti delle zone a sud, dove ci sono i villaggi turistici. Si lamentava del fatto che fino a poco tempo fa riusciva a fare arrivare una quindicina di navi all'anno, mentre quest'anno solo 4.
Appena arrivato qui aveva visto la povertà vera, il 70% dei bambini non sopravviveva dopo la nascita a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie. Ad oggi è rimasta l'usanza che si aspetta una settimana prima di festeggiare un nuovo nato perchè solo dopo questo tempo si era sicuri che potesse vivere. E per concludere con un po' di gossip ci dice che è alquanto normale che la maggior parte di questi bimbi non sappia chi è il loro padre. Le madri sono spesso giovanissime, donne bellissime, vestite con colori sgargianti, dal portamento elegante e uno stacco di coscia da far rimanere qualunque uomo a bocca aperta....e anche noi donne!
E anche qui è Natale. Fa caldo e il vento è una costante. I tedeschi amano celebrare la vigilia e tutto il gruppo si raduna nel catamarano di Olgar e Annette. Ognuno porta cibo e drinks e seduti attorno ad un tavolo passiamo un'allegra serata in compagnia. Non sembra Natale, non c'è nulla che ci ricordi ciò a cui siamo abituati...non c'è il freddo, non c'è la neve, non ci sono regali e canzoni natalizie, non c'è la famiglia e il suo calore, quest'ultimo aspetto sì mi manca oggi. E' un Natale diverso, ma non meno bello e sereno. Per questa volta lo condividiamo con altre persone e in qualche modo anche con voi, abbracciandovi tutti.

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