sabato 21 giugno 2014

Ciao a Tutti,
si fa fatica a capirsi quando ci si parla, figurati quando non si comunica.
Invece no a volte ci si capisce meglio solo guardando una persona, ma proprio questa è la forza del web... mancano questi sensi che ti permettono di capire le persone.
Tutto si affida al linguaggio, alle immagini e così si può apparire come si vuole oppure si può non dire e ognuno capisce ciò che vuole capire.
Ci si nasconde facilmente e tutto diventa un mondo a se.
Si può essere ciò che si vuole si possono prendere parti di vita altrui.
Si riesce a vedere il mondo come ognuno di noi preferisce vederlo.
Si riescono a vedere le differenti verità.
L'informazione non esistre più esistono i messaggi.
Siamo bombardati da messaggi e come sempre il nostro cervello sceglie quelli più appropriati a noi.
Sicurezze.
Il gruppo da sicurezza, i cani sciolti hanno e fanno paura.
Siamo tutti diversi, ma abbiamo paura della nostra diversità.
Leggere.
Devo leggere di più, leggere fa stare bene.
Costruire qualcosa e non solo usare. Non siamo più in grado di costruire ciò che ci serve.

Siamo fermi qui, attaccati ad una banchina, dalla quale non abbiamo la forza di staccarci.
Farci rimorchiare fuori dalla passe e spiegare le vele al vento.
Il motore ancora tace, il meccanico ha mal di schiena e pensa sia un problema di potenza delle batterie; vorrei sperarlo anch'io, perchè se così non fosse vorrrebbe dire aprire il motore e scavare dentro.
Il motore tace ancora.
Altro meccanico è troppo indaffarato, forse la prossima settimana, ma a mio parere non ha voglia di perdere tempo con un problema di lunga (e poco remunerativa) soluzione.
Spero di sbagliarmi, sono sempre, per mio vizio, teso a pensare al peggio per essere pronto ad affrontarlo.
Intatno facciamo sempre più fatica ad attraversare la passerella. Quel pezzo di legno alluminio acciaio e cime che fluttua tra lo scafo e la banchina.

Scrivere per me e per gli altri.
Ma un blog non è il diario segreto, su di un blog tutto è bello.
Le altre cose rimangono lì a mezz'aria, fluttuano come la nostra passerella sospesa con un drizza ed un elastico dalla testa dell'albero verso quel lembo di non terra che è un pontile.

Un pontile, una passerella. Servono per collegare una natura vagabonda (la barca) ad un mondo stabile.
Un continuo movimento ampio ritmico e vario ad un movimento silenzioso, impercettibile che a volte, raramente, si sveglia impetuoso ed innarrestabile.

Devo scriverla prima o poi quella parola, ma per ora dorme ancora dentro me.

Qui è buonanotte lì è quasi alba, altrove sarà altro.
Adoro farneticare. Come adoro rimanere al buio o nelle prime luci dell'alba e sentire i rumori di Silvia che dorme.... ma purtroppo ora non dorme, non ci sono rumori...

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