Riprendendo il filo dall'ultimo racconto......
La mattina seguente
decidiamo di raggiungere Martigues che si trova a La Palma a 45 M da
noi direzione N/NO (rotta 340°). Un'ora di motore e poi il Capitano
lo spegne: oggi si va solo a vela, a tutti i costi. Finchè
costeggiamo il lato ovest di Gomera tutto bene, abbiamo il vento in
poppa e si va. Usciamo dall'isola e il vento si ferma. Rimaniamo
imballati lì con la corrente che ci respinge indietro, poi Eolo
ritorna ma da N/NO, esattamente sulla nostra rotta. Facciamo un bordo
a O e poi viriamo per avvicinarci a La Palma. E' il turno di GAS che
va spedito anche sotto la pioggia. Mare grigio e nebbioso, ma
affascinante lo stesso. Cominciamo a risalire la costa orientale di
La Palma con il vento che nel frattempo è girato a N/E e ci porta
dritto a destinazione, ma verso le 23 siamo di nuovo fermi. Mancano
ancora 15 M e verrà troppo tardi per entrare in Marina, lungo la
costa non ci sono altri approdi e si decide di mettersi in cappa
fuori per dormire un po' e aspettare le prime luci dell'alba. Ma in
cappa non si riesce a stare a causa delle onde incrociate che ci
fanno ballare come matti. Il Capitano cazza in centro un pezzettino
di fiocco e con la prua a N ci facciamo portare dalle once ad una
velocità di 1-2 nodi. Così intanto la notte passa ma in realtà è
un incubo; la barca rolla in maniera allucinante e provare a dormire
è impensabile. Marco più o meno ce la fa nelle ore in cui gli do il
cambio, io passo la notte in bianco ma mi raddolcisce un po' un'alba
fantastica dietro al Teide di Tenerife alle nostre spalle mentre
entriamo finalmente nel porto di Santa Cruz de La Palma. L'entrata
del Marina Real Club Nautico è strettissima per ripararsi bene dalle
onde quando soffia da S. I pontili sono quasi vuoti e vediamo subito
il pontile di attesa. Che stupidi siamo stati! Avevamo rimosso che in
tutti i Marina spagnoli c'è sempre il “Pantalan de espera” che
ti permette di ormeggiarti anche quando il Marina è
chiuso...potevamo entrare ed evitare la nottataccia là fuori. Sono
le 7, vediamo Martigues ormeggiata vicino e ancora immersa nel sonno.
Ci sistemiamo al posto assegnatoci e io vado a dormire per tre
orette. Al risveglio piove ancora, anzi diluvia! A Gran Canaria ci
eravamo dimenticati della pioggia, ma in queste isole più a ovest
c'è molto più spesso. Peccato che piova tutta Domenica e tutto
Lunedì. L'acqua che scende dalla montagna si riversa nel porto
portandosi dietro un sacco di detriti e sporcizia, tanto che
l'interno del Marina è marrone e pieno di pezzi di legno. Non è
proprio sicuro accendere il motore qui dentro quando è così! Siamo
bloccati in barca, ma almeno ci consoliamo con delle docce
fantastiche (le migliori trovate finora) in bagni fighissimi!
Passiamo il tempo con i nostri amici Beppe, Cri e la Marti e una
simpatica coppia di tedeschi, Anniette e Olgar, su di un piccolo
catamarano (che si chiama “Indiana” e il tender “Jones”) e
due splendidi e biondissimi bambini di 3 e 1 anno e mezzo, Oscar e
Willy.
L'isola, così grigia
con questo tempo, ci sembra inospitale e le previsioni dicono che la
pioggia continuerà. Con Martigues si decide quindi di ripartire
l'indomani verso El Hierro anche se danno S per tutta la settimana,
cioè vento contro a scendere. Si tira tardi la sera nel pozzetto di
Martigues, ma la mattina dopo siamo prontissimi a partire. Sorpresa
però: c'è un sole che spacca e tutto sembra stupendo intorno a noi.
Beppe e Cri ci propongono di fermarci un giorno in più e noleggiare
un'auto insieme. Si fa e tutti allegri si parte. Scopriamo subito
un'isola meravigliosa; ce l'avevano detto che era definita “la
isla mas bonita”. E' verde, verde, verde! Ritrovo i boschi che mi
ricordano il mio Altopiano, l'odore di muschio e l'aria frizzante.
Arriviamo in un'area di parco attrezzatissima per barbecues e
attività per bambini. Marti rincorre le papere e gli adulti
raccolgono more per lei. Pranzo al sacco e poi ci lanciamo su e giù
per stradine e gallerie immerse tra le nuvole. Mille tappe per
raccogliere lungo la strada mandorle, mandarini, arance, fichi
d'india e sterlizie che crescono ovunque. Abbiamo il bagaglio pieno e
ci meritiamo un caffè sulla terrazza di un bar con una vista
mozzafiato. Ultima tappa alla Lidl, tanto per essere sicuri di
tornare carichi e si rientra in Marina, dove ci aspettano gli amici
tedeschi con un'ottima pizza fatta nella pentola-forno.
Prossima tappa: El
Hierro...intanto un po' di foto di La Palma.
Le foto stupende! Ha! Il Lidl anche li!?! Ci l'ho anch'io, ma si chiama Aldi.
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