sabato 25 gennaio 2014

Notizie da Chery!! Oggi ho ricevuto una chiamata da Panama di un amico italiano che mi ha avvisato che su Chery tutto va per il meglio!!! A presto le coordinate... Luca.

venerdì 17 gennaio 2014



I giorni passano veloci qui a Mindelo. Si va a scoprire sempre nuovi angoli della città facendosi un'idea sui posti migliori per comprare le ultime provviste. Nel mezzo ci sta anche una bella gita sul catamarano Indiana per una battuta di pesca al maschile che vede coinvolti i tre capitani di Cherazada, Martigues e Indiana appunto. Mangiamo sotto un bel sole ancorati appena fuori dal golfo, dove il mare è più limpido e i pesci si vedono meglio. Il bottino è ricco e ogni barca poi si sbizzarrisce in ricette di marisco fresco. Anche Marco si cimenta con la pesca subacquea e con notevoli risultati per un principiante! Buono il pesce al forno (un classico), magnifico il pesce sfilettato e impanato e sublime il pesce crudo “cotto” nel succo di limone! Molte barche stanno  partendo, le condizioni meteo sono buone e stabili, gli alisei soffiano regolari da est a ovest e quindi noi partiamo. E' ora...sabato si leva l'ancora e andiamo incontro ad un blu che ci riempirà gli occhi per molti, molti giorni. Ci sono 2100-2200 Miglia da percorrere...noi ce la prendiamo con calma e per 3-4 settimane non riusciremo a raccontarvi ciò che vediamo, viviamo e proviamo, ma lo faremo senz'altro dopo, speriamo all'ombra di una palma su una spiaggia bianchissima.
State bene amici, un abbraccio a tutti!
                                                                   

si fa ginnastica ovunque e il Capitano tira fuori il personal trainer che e' in lui!
 Giochi di societa' solo per uomini...
 giornata relax per le donne di barca
 Oscar il Vichingo e Willy la rana...fantastici!
                                                Mindelo si sveglia...

 lo scoglio che sembra una meringa, un bigne' oppure....
 I Capitani vanno a pescare
 e i risultati sono soddisfacenti!!!















Qui i lavori da cantiere si vanno cosi'...geniale!

martedì 14 gennaio 2014



Ciao a Tutti,
Siamo finalmente giunti a Mindelo, ora speriamo in una connessione internet stabile, abbiamo molte cose da fare prima di partire per la traversata.
Ma andiamo con ordine siamo rimasti a Palmeira e alla cena di Natale.
I giorni a Sal ci hanno fatto vedere tutti i controversi aspetti di questo paese: case in costruzione con materiali europei a più piani mai finite o perfettamente finite, case con materiali locali ad un piano al massimo con una mansarda di legno e teli, finite o diroccate e disabitate. Zone per turisti con grandi catene alberghiere e nulla di diverso da una Rimini qualsiasi. Qui puoi trovare il formaggio Grana, la pasta Divella il McDonald.
A Sal non mancano il sole, la polvere (soprattutto a Palmeira dove la barca ha cambiato letteralmente colore, mi ci vorranno parecchi lavaggi per poter togliere tutta questa polvere dalle drizze e dalle scotte), le onde.
A Sal oltre alla cena di Natale sono da ricordare:
l'attracco dei pescatori e la compravendita da parte dei locali del pescato, l'attracco dei Dinghy con la sua risacca ed i bambini che si offrono per un aiuto,
le formalità da espletare per l'arrivo,
i bar locali con il loro Grog spacciato per Caipirinha (ma si scriverà così?) al prezzo di 100 Escudos CapoVerdiani (qui accettano Euro al cambio di 100ECV per 1€),
gli animali che scorrazzano liberamente, cani galline e capre,
come pure i bambini (ve ne sono ovunque di qualsiasi carnagione e molto ma molto raramente se ne vede uno piangere),
le carriole (servono per portare prevalentemente l'acqua),
le donne che portano i carichi pesanti sulla testa (mentre riportavo una tanica da 20 litri verso il Dinghy una mi ha spiegato che era più facile trasportarla sulla testa... io le ho fatto capire che lei era più brava di me, io non ne ero abile insomma un perfetto handicappato.
per non parlare delle abilità motorie di questi bambini... atleti incredibili),
la gente sempre in strada e sempre a non fare nulla ma sempre a socializzare,
l'arrivo dei pulmini con i turisti a Palmeira e i locali vestiti a festa che cercano di vendere qualcosa,
le auto ed i pulmini taxi comuni,
i giochi degli anziani,
i colori del cielo e le nuvole,
la gita a S.ta Maria per fare cambusa di prodotti italiani, con il ritorno in autostop,
la battuta di pesca con Klaus Holgar e Beppe,
la veleggiata verso S.ta Maria,
S.ta Maria la Babilonia di turisti, la rada il rollio gli sport d'acqua l'ancoraggio,
Addio Sal … o arrivederci?

E poi Boavista,
con la navigazione fianco a fianco a Winjammer di Klaus e Zelka,
l'atterraggio a Sal-Rei e l'ormeggio che non tiene,
mi portano con loro a fare surf, e per Silvia un po' di ore finalmente in spiaggia,
il paesino così differente da Palmeira, case di turisti lungo la spiaggia con bar per surfisti in spiaggia come nei film americani,
ma anche la parte vecchia e le vecchie barche dei pescatori,
la spiaggia ed i giochi dei bambini,

Sao Nicolau, la navigazione notturna,
Gas che da problemi,
l'arrivo a Tarrafal, l'ormeggio e le raffiche,
la sede dei pescatori, dono del governo italiano,
contrattare l'acqua, il mercatino,
qui rifacciamo le formalità ma solo per l'accesso a quest'isola con il sospetto che potevamo anche non farlo, si paga una tassa di 7€ per ogni isola... ma chi controlla? A Boavista nessuno ci ha detto nulla e qui addirittura dobbiamo andare a cercare presso la Policia Nacional che convocano il militare addetto; quest'ultimo si presenta in abiti civili e ci fa entrare da una porta di servizio negli uffici della polizia marittima, quando andiamo a ritirare i documenti per l'uscita dall'isola di Sao Nicolau, ce li facciamo dare con un giorno d'anticipo ma poi ci fermeremo un altro giorno in più senza alcun problema; inoltre alla richiesta all'ufficiale marittimo di poter vedere una previsione meteo per i prossimi giorni, visto che era dotato di computer con relativa connessione Internet, mi ha fatto vedere un sito di un giornale, presumo, che presentava solo in una angolo per oggi il disegnino del sole come per domani e dopodomani..., alla mia richiesta di un sito più specifico mi faceva accomodare ed usare il computer della polizia marittima mentre lui compilava documenti d'uscita....
la festa di capodanno,
il ritorno delle barche dalla pesca,
i bambini,
Bruno e Regina,
la battuta di pesca,
le cene in barca,
la gita a Villa do Ribeira Brava,

Santa Luzia,
atterraggio ed ormeggio,
da soli,
colori,
raffiche e corrente,
tramonti e albe,
c'è qualcuno sulla spiaggia,
arrivano 2 barche,

Sao Vicente, Mindelo, la prima sensazione il pensiero va a Pierre ed alla sua definizione di Babilonia,
l'atterraggio e l'ormeggio,
grandi navi,
luci della città
Marco

Non avrei mai pensato che Capo Verde potesse essere così bella...è stata una sorpresa. Mi piace il motto che hanno qui: NO STRESS. Questo è quello che si respira. Gente per strada a passare il tempo perchè lavoro non ce n'è e soldi nemmeno. Il turista è la preda preferita, è un mezzo per guadagnare qualcosa offrendosi come guida, consigliere, sorvegliante. Il bello è che i sorrisi non mancano mai e sono gratis. Ci siamo imbattuti in Bruno che ci ha aperto le porte di casa sua come se fossimo vecchi e cari amici, raccontandoci la sua storia e trasmettendoci la serenità che ha trovato qui. Abbiamo fatto il pieno di risate e occhi allegri dei bambini, la grazia delle donne e la  dignità degli uomini. Ci siamo fermati per un paio di giorni a Santa Lucia, un'isola deserta, ancorati in acque verdissime di fronte ad una lunga spiaggia bianca. Cherazada era quasi una cosa estranea in quella dimensione, ci siamo sentiti più vulnerabili e sempre più sorpresi di come possa essere bello quello che non è ancora stato intaccato dall'uomo.
E di nuovo abbiamo raggiunto i nostri compagni di viaggio che ci aspettavano a Mindelo. C'è l'unico Marina di tutto l'arcipelago, che però offre poco e costa troppo. Noi abbiamo scelto di stare fuori all'ancora come la maggior parte delle barche.. Qui è l'ultimo stop prima del grande salto. Ci si prepara con gli ultimi accorgimenti, ci si riposa, ultimo rabbocco di acqua e viveri e poi si va. Lo faremo anche noi tra qualche giorno..con calma....NO STRESS.
Silvia

giovedì 9 gennaio 2014

Internet sempre latente...riusciamo ad aggiornare il blog a sprazzi...intanto un po di foto del nostro arrivo a Palmeira, scorci di vita capoverdiana....

 un passaggio sul cassone di un pick up..
 e lezioni di surf per il Capitano grazie al nuovo amico Klaus!

 vita quotidiana tra mercati di frutta e verdura e altri mercati piu improvvisati, pesce direttamente sulla spiaggia.



 il bucato si asciuga spesso cosi, steso a terra e fermato con i sassi per il vento...in pochissimo tempo con il sole a picco tutto si asciuga rapidamente.
 Il canto del gallo al mattino direttamente in spiaggia...il connubio mare-campagna non lo avevo mai provato. Cheri si vede in lontanza ...
 L isola deserta di Santa Lucia..splendida.
(scusate per le omissioni grammaticali, ma sto scrivendo con una tastiera portoghese priva di apostrofi e accenti vari)
 il mercato centrale di Mindelo


e anche per il gatto vale il NO STRESS di Capo Verde...tanto prima o poi qualcosa in pancia gli arriva!

sabato 4 gennaio 2014

Ciao Tutti,
plastica plastica plastica!!!
Non vi chiedo solo di non buttare la plastica, ma di non lasciarla volare e di raccoglierla.
Plastica plastica plastica!!!
http://www.youtube.com/watch?v=p9dahuhCRiQ

venerdì 3 gennaio 2014

Ciao a Tutti,
causa mancanza di connessione internet abbiamo aggiunto alcuni appunti vecchi, sono in ordine cronologico quindi il primo lo troverete nelle pagine precedenti.
Buona lettura
P.S. Alcuni passaggi sono ripetuti così avete la lettura degli eventi sia da parte di Silvia che mia. Le foto le aggiungeremo appena avremo una stabile connessione.
Grazie ancora a Luca che ci aiuta a tenerVi aggiornati.
Ciao a Tutti,
la capacità di accettare.
Riuscire ad accettare che qualcosa vada storto, che qualcosa possa rompersi che ti dovrai arrangiare; accettare il vento le onde i rumori, l'insicurezza della vita per poter amare la vita.


Ciao Gian!
Ciao a Tutti,
che ne dite dei delfini che, mentre state in quadrato a chiacchierare all'imbrunire durante una navigazione, vi chiamo fuori a vedere le loro acrobazie? O dei pesci volanti che per scappare da qualche predatore atterrano sulla vostra coperta? O quando li vedete alzarsi in volo davanti alla prua e non riuscite neppure a contarli e volano, volano, volano... ma saranno veramente pesci? Poi si tuffano e sai che non sono ne pesci ne uccelli ma si sono solo evoluti, adattati per poter godere sia dell'aria che dell'acqua. La barca a vela per poter godere dell'aria e dell'acqua.


Ciao a Tutti,
oggi parliamo di colori.
I colori del cielo durante la giornata, all'alba al tramonto con le nuvole di notte con la luna con le stelle con poche nuvole con le ombre disegnate sull'acqua col vento forte nei porti nelle baie, ma anche i colori della terra e della gente delle piante e dei vestiti delle strade e della polvere delle spiagge e dei piedi e delle mani delle barche in legno dei pescatori locali delle barche a vela dei traghetti dei cargo delle navi da crociera dei pesci delle rocce vulcaniche e della sabbia.
Non ho mai visto così tanti colori mescolarsi e non stancare mai gli occhi.
Mentre alcuni seguono ancora il colore dei soldi e non si accorgono che stanno cancellando i colori.
Ciao a Tutti,
la notte appena trascorsa ti ridà sicuramente il piacere della barca a vela. Ma andiamo con ordine.
Eravamo rimasti alla traversata dalle Canarie a Capo Verde.
Riprendo a trattare le sfighe, così finiamo con le cose belle.
Sicuramente cibarsi e riposare (dormire in certe situazioni è una parola grossa) sono difficili con onde confuse e vento forte. La nausea in queste condizioni è quasi certa i primi giorni di navigazione. Il fisico poi si adatta e questo aspetto migliorando aiuta non poco, ma quei giorni lasciano comunque il segno. La conclusione è sicuramente cercare di lasciare l'ormeggio con un meteo che permetta un paio di giorni di tranquillità affinchè il fisico possa adattarsi in maniera meno traumatica. Anche preparare cibi e razioni adeguate aiuta. Un affiatamento dell'equipaggio è poi fondamentale, permette di adattare i turni in base alle situazioni, senza essere eccessivamente stanchi nei giorni successivi.
Oltre a questi aspetti prettamente fisiologici, altri aspetti psicologici influiscono sul buon andamento della traversata: un mare confuso con onde frangenti e corte (che non vuole dire onde basse, vuol dire che il periodo tra una cresta e la successiva è corto, 4” - 5”), ogni tanto arriva un'onda birichina con un angolo differente che ti colpisce di lato, il rumore dell'onda che impatta sulla vetroresina ti scuote anche dentro; un'altra invece è più atletica delle altre e ti riempie il pozzetto, per fortuna ho gli stivali (ma non lo pensano gli altri quando scendo in quadrato e li tolgo...) ma il pensiero è agli ombrinali per far defluire l'acqua che scende sempre lentamente; inoltre il nostro motore ha l'accesso dal pozzetto e quindi un po' d'acqua trafila sempre nel vano motore dove sono pure le batterie... Che volete farci Chery ha una certa età ed alcuni accorgimenti sono stati introdotti successivamente, ma ovviamente il pensiero vaga tra le mille sfighe possibili. E che ne dite del vento spazzola la cresta e ti “permette” una doccia d'acqua salata?
Un cielo con una copertura nuvolosa importante non ti mette certo allegria; per noi inoltre non avendo più il generatore eolico ma solamente pannelli solari questo si traduce in un necessario riduzione dei consumi, quindi poche luci strumentazioni al minimo, difficoltà e riduzione dei contatti radio a causa della poca potenza a disposizione, accensione del motore per produzione d'energia elettrica (con tutte le sfighe che possono accadere ( filtri che si intasano per la morchia che si alza dal fondo del serbatoio a causa del rollio accentuato, rumore e quindi ulteriore difficoltà nel riposare, accensioni difficoltose a causa della penuria energetica o motore che non parte al primo colpo e quindi ti lascia sempre il dubbio se partirà quando servirà). Mettiamoci pure la sabbia del deserto portata dal vento che oltre a ridurre notevolmente la visibilità si deposita e impasta su tutte le attrezzature rendendole meno scorrevoli ed aumentandone l'usura, le cime soprattutto le drizze cambiano di colore la polvere così sottile si deposita nei tessuti rendendoli duri e aumentandone l'usura; cominci a pensare ai carichi di rottura a quali sono i punti deboli se hai verificato proprio tutto, se non avessi dovuto spendere quei 5€ per cambiare quel pezzettino che ora ti lascia qualche dubbio.
Il vento forte ed il rollio ti portano ad una maggiore apprensione nell'uscire dal pozzetto per andare ad effettuare cambi di vele o verifiche all'albero e sul ponte, o come già raccontato al timone a vento. Avere il salvagente ed essere legato alla life-line non ti fa sentire meglio, almeno a me fa pensare a cosa potrebbe succedere se …
Poi ti trovi in pozzetto a vedere tutto questo spettacolo e ne rimani affascinato, ti siedi guardando verso poppa, vedi l'onda arrivare ne valuti l'altezza, vedi la pala del timone a vento che lavora, senti l'onda prenderti, alzarti spingerti avanti mentre scompare sotto la chiglia, sei sulla cresta, il paesaggio cambia vedi tutto dall'alto l'orizzonte si allarga nuvole grigie nascono da un oceano blu scuro costellato di spuma sulle creste e strisce biancastre lasciate dal vento su questa distesa d'acqua. Poi l'onda ti sorpassa e mentre lo fa porta la tua prua a poggiare e vedi arrivarne un'altra vedi GAS che fa fatica la prossima onda è più alta, sai che frangerà, tra poco farà rumore, istintivamente allunghi la mano a cercare la ruota del timone lo senti il freddo dell'acciaio senti la fatica di GAS ecco che sta per frangere, la cresta diventa di un azzurro che ti viene voglia da tuffartici dentro, l'onda ti porta all'orza, potresti traversarti, il tuo cervello sa qual'è la cosa giusta da fare, istintivamente, aiuti un poco GAS, … sei di nuovo in cima, sulla cresta, il rumore è sotto di te, l'accelerazione è maggiore; e la notte? Senza la luna tutto questo lo fai “sentendo” usando tutti i sensi che hai, con la luna è uno spettacolo in bianco e nero;
NON SO SE HO VOGLIA DI SMETTERE QUESTO GIOCO!
Ecco un raggio di sole tra le nuvole.
Arrivati qui a Palmeira si ha subito la sensazione di essere finalmente lontani dall'Europa. Povertà sì ce n'è ma non lascia uno strascico straziante. Vivono con poco ma con dignità e tanti sorrisi. Ci affibbiano subito il ruolo di “polli da spennare” e non possiamo esimerci dall'essere vittime volontarie. Qui il turista paga tutto il doppio o quasi, ma alla fine questo doppio è sempre poco per noi. Una donna si offre di farci il bucato. Tre barche, tre lavatrici e con pochi euri abbiamo facilitato il Natale ai bambini di questa famiglia. Ci sono poche strade, due bar e qualche minimarket con le cose essenziali. Frutta e verdura sono a peso d'oro ...qui non cresce nulla, o meglio crescono bambini...ce ne sono tantissimi, l'aria è piena di grida e risate, scalzi, a volte nudi, hanno degli occhi profondi e scuri e con un sorriso bianchissimo ripetono la frase che hanno dovuto imparare subito: “Give me money”. Qui ognuno cerca di venderti qualcosa, le donne fanno dolci, frittelle di pesce e ti rincorrono per strada per fartene acquistare qualche pezzo per qualche centesimo o escudos. Ci sono cani liberi ovunque che si avvicinano cercando cibo e il mondo ti saluta con calore e serenità.
Abbiamo incontrato una nuova coppia di amici, due giovani tedeschi su una vecchia e bella barca in acciaio. Klaus e Zelka (non so bene come si scriva) sono due insegnanti di sport e varie altre materie che si sono presi un anno di aspettativa e contano di arrivare a Cuba per poi tornare in Germania entro il prossimo Settembre. Si uniscono al nostro gruppo in queste serate a terra dove ci gustiamo il Caipirina locale, che si rivela essere un grog con bucce di arancia lasciate fermentare. E' fortissimo ma molto gustoso e con un prezzo ridicolo.
Anche qui ci sono Italiani più o meno residenti. Uno di questi ci racconta di essere arrivato qui 17 anni fa e vive con un business di import di prodotti italiani. Assieme ad un socio fa arrivare navi con un po' di tutto, dal cibo ai vestiti per distribuirli poi nei negozi o ristoranti delle zone a sud, dove ci sono i villaggi turistici. Si lamentava del fatto che fino a poco tempo fa riusciva a fare arrivare una quindicina di navi all'anno, mentre quest'anno solo 4.
Appena arrivato qui aveva visto la povertà vera, il 70% dei bambini non sopravviveva dopo la nascita a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie. Ad oggi è rimasta l'usanza che si aspetta una settimana prima di festeggiare un nuovo nato perchè solo dopo questo tempo si era sicuri che potesse vivere. E per concludere con un po' di gossip ci dice che è alquanto normale che la maggior parte di questi bimbi non sappia chi è il loro padre. Le madri sono spesso giovanissime, donne bellissime, vestite con colori sgargianti, dal portamento elegante e uno stacco di coscia da far rimanere qualunque uomo a bocca aperta....e anche noi donne!
E anche qui è Natale. Fa caldo e il vento è una costante. I tedeschi amano celebrare la vigilia e tutto il gruppo si raduna nel catamarano di Olgar e Annette. Ognuno porta cibo e drinks e seduti attorno ad un tavolo passiamo un'allegra serata in compagnia. Non sembra Natale, non c'è nulla che ci ricordi ciò a cui siamo abituati...non c'è il freddo, non c'è la neve, non ci sono regali e canzoni natalizie, non c'è la famiglia e il suo calore, quest'ultimo aspetto sì mi manca oggi. E' un Natale diverso, ma non meno bello e sereno. Per questa volta lo condividiamo con altre persone e in qualche modo anche con voi, abbracciandovi tutti.
Dunque...intanto scusate per il ritardo ma qui il fattore internet non è così scontato.
Prima di tutto grazie a Luca che ha subito aggiornato il blog appena gli abbiamo dato notizia del nostro arrivo a Sal. Cercherò di fare un riassunto di questa nuova esperienza..ma so già che non riuscirò ad essere concisa, quindi perdonatemi!
La partenza da El Hierro è stata la conclusione di un'attesa un po' snervante, nel senso che eravamo tutti bloccati lì per il ventone da S che per giorni aveva messo un veto alle navigazioni verso latitudini più basse. Abbiamo quindi dovuto aspettare l'esaurirsi della bassa pressione e poi è arrivato quello da N ma era un pochino troppo forte tanto che un paio di barche partite da altre isole delle Canarie per Capo Verde, si sono dovute rifugiare nel nostro porticciolo a causa di 40 nodi e onde da 4 metri che li hanno scossi un po'.
Gli amici tedeschi (Indiana) decidono di partire lo stesso il giorno dopo e li vediamo uscire sballottati dal mare lasciandoci un po' angosciati. Con le altre barche rimaste si continua a parlare di meteo guardando ininterrottamente le previsioni. Non c'è molto da dire: per almeno una settimana ci sarà N-N/E tra i 20 e i 25 nodi, con punte di 30 ogni tanto. Ok sembra fattibile, vento in gran lasco sostenuto ...dovrebbe farci arrivare velocemente. Tutti sono concordi nel dire che le raffiche che abbiamo lì in porto sono date dalle accelerazioni tra le isole e anche l'onda dovrebbe essere molto più lunga dopo qualche miglio fuori al largo. Così domenica ore 14 Cherazada toglie gli ormeggi seguita da i nostri vicini austriaci e da Martigues per ultima. Si va bene e c'è il sole. GAS comincia il suo turno e noi cerchiamo di adattarci al moto ondoso. Dopo una trentina di miglia il mare è ancora con onde corte e confuse che ci fanno rollare senza tregua. Scende il buio e il vento invece di calare aumenta...(di solito è il contrario!). La barca nonostante avessimo a riva solo 1/3 di fiocco, portata dalle ripide onde in poppa diventa orziera; GAS fa fatica, sembra che a un certo punto non riesca a tenere più la rotta. C'è qualcosa che non va, ma il mare è troppo grosso per andare a poppa a vedere. Non ci resta altra scelta che stare al timone. Notte infernale...la nausea aumenta di ora in ora, la stanchezza pure e il tempo non accenna a migliorare. Ma perchè finiamo sempre in queste situazioni???? Ogni volta che affrontiamo l'oceano ci fa rimpiangere di averlo fatto! Arriva mattina e con cautela e super legato Marco va a controllare il timone a vento: opss si era solo scollegata la sicurezza contro gli urti della pala! Tra imprecazioni e sospiri di sollievo ci affidiamo di nuovo a GAS e stremati ci buttiamo in cuccetta. Impossibile mangiare o bere...il mal di mare ha vinto con me e anche il Capitano ha qualche attimo di cedimento. Sentiamo anche le altre barche al VHF e come noi sono tutti KO e reduci da questo tremendo impatto. Almeno ci avesse lasciato il tempo di abituarci! Mettici poi che il sole non si vuol far vedere (e non lo farà per tutti gli altri giorni!), mettici anche che le onde incrociate restano quasi sempre al traverso e ci inondano il pozzetto almeno 2-3 volte al giorno, metti alla fine che il vento non accenna a calare, ma anzi è costante sui 30 nodi con punte di 35, il risultato è che restiamo rintanati per quasi tutto il tempo dentro al nostro guscio, intervallando continui controlli fuori. Arriviamo al terzo giorno e finalmente il fisico comincia a dare segnali di ripresa, torna la fame e un po' di energia. Tutto diventa più familiare e un po' meno spaventoso di come l'ho vissuta la prima volta l'anno scorso, a parte il capitano che in un paio d'occasioni colto a sorpresa dalle onde al traverso letteralmente vola dalla cucina atterrando sul tavolo del carteggio per fortuna senza danni. Le onde sono di nuovo molto alte e il mare sempre grigio, ma in qualche modo riescono anche ad affascinarmi. I contatti al VHF non riusciamo più ad averli, le altre barche ci hanno distanziato oltre la portata della radio, ma con la SSB riusciamo ad avere l'appuntamento delle 13.00 UTC con Laguna e Angelo, due radioamatori che supportano tutti i giorni i viaggiatori italiani erranti via mare. Molte barche stanno partendo ora dalle Canarie, altri come noi sono già in mezzo. Ognuno dà la sua posizione e loro ne prendono nota, facendo da ponte con le famiglie a casa se ce ne fosse bisogno. Ci danno anche il meteo che continua imperterrito a diramare questi 20-25 nodi...ma dove sono?? Qui sono sempre molti di più! C'è una barca con 4 ragazzi diretti ai Caraibi, che si vede costretta a ripiegare su Capo Verde dopo aver rotto il satellitare, ma soprattutto i frenelli del timone. Devono fermarsi e sostituirli. Il giorno dopo raccontano alla radio un nuovo danno subito, rolla fiocco e strallo andati, ma sono già quasi a destinazione e riescono ad armarne uno di fortuna per arrivare a Mindelo. E noi? I danni non mancano per nessuno. Causa assenza del sole siamo bassi di batterie e costretti quindi ad accendere il motore quasi tutti i giorni. Una di queste volte non parte più. C'è qualcosa al motorino di avviamento. Il pistoncino non riesce ad ingranare sulla corona dentata e non gira …..
Paura io! Con la mente mi vedo già a dover fare l'atterraggio a vela nella baia di Palmeira...con questo vento!!!!!!!! Ma il mio Capitano è anche il mio salvatore e con un paio di martellate e un paio di giri all'asse del motore, di colpo torna il familiare rumore assordante che stavolta però mi sembra così bellooo!! Bene dai...manca poco. Secondo i nostri calcoli, mantenendo la media di 5 nodi, arriveremo alle 12 di Sabato, in pratica 6 giorni esatti per coprire 710 miglia. Ma invece la sfiga non è finita e nella notte tra giovedì e venerdì il timone a vento non riesce più a tenere la rotta. Pensiamo si sia sbloccata nuovamente la pala, ma in realtà Marco scopre che si è tranciata una vite che regola il bilancino...il problema è che si trova in un punto difficilissimo e non si riesce ad intervenire, con questo mare poi rischieremmo troppo. Nuovamente affranti ci rassegniamo all'idea di timonare per le ultime 36 ore con turni di 2 ore a testa. Mentalmente penso che non ce la farò..siamo solo in due. Poi però scopri che ce la fai, anche se non riesci a dormire sempre nelle due ore di riposo, trovi la forza comunque, sapendo che fra poco arriverai. Ripensando al danno al timone a vento, capiamo che la barca non era perfettamente equilibrata, che non vuole dire però con le vele a segno. Abbiamo navigato solo con il fiocco, e mai completamente aperto...anzi quasi sempre tra un terzo e metà della vela. Ma la barca era sempre troppo orziera sulle onde, la forza di questo mare ha spinto troppo su quella vite. OK siamo ancora poco esperti di timone a vento e dobbiamo imparare a regolarlo meglio e trovare il giusto assetto. Per fortuna non è un danno grave...appena arriviamo lo sistemiamo. E finalmente arriviamo, stavolta col meteo che ci prende: 20 nodi!!! Il vento sferza la costa bassa e arida di Sal. Sentiamo Martigues al VHF che ci sta aspettando. Loro sono arrivati ieri sera, una quindicina di ore prima di noi, con una buona media di 6 nodi. Il catamarano Indiana invece ci ha messo solo 4 giorni, ma per tutti è stato un incubo. Doveva essere una bella e divertente traversata e invece siamo tutti qui a fare la conta dei danni. C'è un'altra barca francese che ha rotto il timone a vento, Martigues, con un'onda che ha preso anche il tavolo da carteggio, ha fatto fuori in un colpo solo inverter e radio SSB, completando con 4 pannelli solari fuori uso e un eolico che sembra non funzionare più. Tutte le barche sono ricoperte di sale e di Kalima, la polvere del deserto africano. I nostri amici ci accolgono sulla loro barca con un pranzo insperato e restiamo qualche ora a raccontarci l'avventura, tutti un po' stupefatti di come sono andate le cose.
Poi più passa il tempo e più tutto sembra normale riguardando indietro. Io credo ci si affidi troppo alle previsioni, costruendoci nella mente un viaggio rilassato e piacevole a seconda delle informazioni che riceviamo. Poi però bisogna fare i conti con la natura che è sempre imprevedibile ma questo è assolutamente normale. Siamo noi uomini che pensiamo di poter avere il controllo della situazione e vogliamo decidere come dev'essere la natura in quel momento. Non funziona così...dobbiamo noi essere preparati ad affrontarla quando ci sorprende e molto spesso non lo siamo. Si parte con una convinzione e restiamo delusi, addirittura arrabbiati quando invece il mare decide di essere in un altro modo. Capisci che noi non siamo niente, e lui te lo fa capire senza tanti preamboli. E' anche normale che le cose si rompano quando sono sottoposte a queste condizioni estreme...c'è un detto tra le barche: “più cose hai, più cose si rompono” ed è una verità assoluta.
La cosa importante è essere arrivati, abbiamo concluso un'altra tappa e fatto nuove esperienze con il mare e con noi stessi.
Ora vogliamo rilassarci un po' e goderci questa nuova dimensione che è l'Africa.


Ciao a Tutti, allora partiamo per benino, leggere e capire i meteo è di fondamentale importanza per una sicura e tranquilla navigazione.
Leggere e capire le Grib penso che mi ci vorrà ancora del tempo.
Non è la prima volta che non le capisco e con me anche altri navigatori, ma non mi sembra possibile sbagliare così tanto.
Dopo giorni in attesa che i venti girino a favore finalmente questo accade e si decide di lasciare gli ormeggi, chi prima chi poi ma insomma da La Restinga siamo partiti tutti nel giro di 5 giorni. Per chi come noi è partito tra sabato e lunedì i venti previsti da NE di 25 nodi si sono rivelati in venti da NE che sono arrivati anche a 35 e solo le ultime 2 notti e l'ultima mattina sui 20 nodi. Ma quello che maggiormente ha influito è stata l'onda molto fastidiosa ripida e corta, frangente e incrociata. Almeno una decina di volte il pozzetto è stato inondato, i tendalini laterali non hanno retto ed alla fine siamo arrivati con quello di sottovento letteralmente esploso da un'onda che ha attraversato il pozzetto e si è infranta sullo stesso. Mentre quello di sopravento, sostenuto nel mezzo dalla draglia ha retto 1 giorno in più, ma ha stappato 2 anellini e la cimetta che lo teneva in posizione.
Anche il timone a vento non ha retto gli sforzi delle onde, una vite del 6 è stata tranciata di netto la penultima notte da un'onda che ha spostato la poppa di Chery facendola straorzare. Devo sicuramente lavorare ancora molto per capire come utilizzare al meglio la velatura di Chery per ottimizzare l'aiuto che il nostro GAS ci può dare.
Tutto sommato ci è andata meglio che a Patrick del Mad'eo, rotto anche lui la medesima vite e tranciato di netto la pala del timone ausiliario al timone a vento (lui aveva il sistema completo), o a Claudio del Poseidon che ha dovuto timonare sempre... lui ora è a Dakar.
Insomma una bella prova, di quelle che lasciano il segno.
Nuvole, sabbia dal deserto, onde e creste spazzate dai venti, albe e tramonti immersi nelle nuvole (sole poco e quindi risparmio energetico). Ma anche delfini con salti incredibili, sprazzi di sole.
In cuccetta spesso e volentieri, nausea i primi giorni, poi il fisico si adatta, le onde fanno trovare all'acqua strade per poter entrare ovunque. Cibarsi e dormire... ma anche i pesci volanti all'arrivo, per 2 ore tutt'intorno a Chery è un sollevarsi dall'acqua per posarsi un po' più in là.
Il motore per ricaricare le batterie prima che sia buio, ma una sera non parte... Il pignone del motorino non ingrana, con una chiave faccio girare l'albero motore e finalmente parte, ma ci lascerà sempre quel dubbio nella testa “PARTIRA'?”.
La pompa di sentina ogni tanto parte, ora qui in rada ho svuotato tutti i gavoni e cercato le vie d'acqua, andranno sicuramente chiuse per le prossime tratte.


Insomma il detto andare in barca a vela è come mettersi vestiti sotto una doccia fredda a strappare i soldi potrebbe rivelarsi vero. Ma purtroppo noi non abbiamo soldi da strappare e quindi tutte le cose che abbiamo dobbiamo costruircele o ripararcele con quello che abbiamo. Sicuramente tiene il cervello più attivo ed un grado d'attenzione sulle cose differente. Ovviamente anche la nostra vita diventa più complicata.